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Cos’è un ripristino strutturale
Si sente sempre più spesso parlare di ripristino strutturale con calcestruzzo armato ma pochi sanno in realtà in che cosa consiste e quali siano i vantaggi. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sull’argomento e i segreti per un corretto ed efficace ripristino strutturale.
Cos’è un ripristino strutturale
Il ripristino strutturale degli edifici consiste in un intervento di messa in sicurezza e di rinforzo di strutture che hanno subito dei danneggiamenti a causa dell’usura del tempo oppure di altri fattori esterni. Questa operazione è disciplinata dalla norma UNI EN 1504 che è entrata in vigore a gennaio 2009. Qui sono contenute tutte le specifiche sulle tecniche e i materiali che si possono utilizzare per il ripristino strutturale. Non tutti i materiali, infatti, possono essere utilizzati per questa operazione perché è necessario che presentino delle caratteristiche molto specifiche in termini di resistenza, performanza e adattabilità. Ovviamente tutti i prodotti utilizzati devono essere in possesso della certificazione CE. Il ripristino strutturale viene nella maggior parte dei casi compiuto su strutture realizzate in calcestruzzo armato. Questo materiale viene realizzato con cemento, una miscela di ghiaia e sabbia, additivi e un’aggiunta di acqua. Per rendere il calcestruzzo ancora più resistente, poi, viene ingabbiato in strutture di ferro. Tuttavia il calcestruzzo armato, fino a qualche anno fa considerato indistruttibile, è soggetto a deterioramento per cui richiede in modo periodico degli interventi di ripristino strutturale, a seguito di un monitoraggio costante.
Degrado del calcestruzzo armato, analisi delle cause e soluzioni per il restauro
Sono tante le cause che contribuiscono al deterioramento del calcestruzzo armato, sia interne che esterne. Per quanto riguarda quelle interne, sicuramente il deterioramento può essere imputato ad una pessima progettazione ma anche all’utilizzo di materiali non di qualità. Non mancano errori nella messa in opera oppure nella conservazione del calcestruzzo prima del suo utilizzo. Le cause esterne, invece, sono legate ad un errato calcolo della pressione al quale la struttura di calcestruzzo viene sottoposta oppure all’azione di agenti chimici naturali o industriali. Il motivo più frequente, però, per cui questo materiale si degrada è quello della carbonatazione: l’ossido di calcio presente all’interno di questo materiale subisce una trasformazione chimica a causa delle condizioni di umidità dell’ambiente e a poco alla volta si sgretola in quanto si verifica un brusco abbassamento dei livelli di alcalinità. Questo processo, tuttavia, può essere interrotto con la messa in opera di un corretto ripristino strutturale che vada a rimediare al fenomeno dello sgretolamento attraverso innesti di materiali idonei e di malte speciali, a patto che si tratti sempre di prodotti di ottima qualità e comprovata resistenza.
Ripristino del calcestruzzo: le malte
Per il ripristino del calcestruzzo armato la tecnica più idonea è quella che prevede l’utilizzo di malte speciali. Fra i prodotti che meglio soddisfano le necessità di questa tecnica ci sono sicuramente le malte Mapei, azienda che da anni è specializzata in questo ambito.
Le malte che si possono prendere in considerazione sono davvero tante e vanno dalla Mapegrount 430 – una malta a presa normale, particolarmente indicata per il ripristino soprattutto dei copri-ferro ma anche per effettuare interventi negli spigoli e in zone più impervie – alla Mapegrout BM, che è una malta cementizia ideale per le strutture che hanno avuto lesioni dovute a carichi e pressioni troppo eccessive. Un prodotto di punta della gamma Mapei è Mapefer, una soluzione protettiva utile a prevenire la corrosione delle parti ferrose del calcestruzzo armato, utilizzato anche come malta. Infine la Planitop 400 è la malta consigliata per chi ha urgenza nell’effettuare il ripristino perché è a presa rapida, è fenomenale sui piccoli interventi in zone localizzate e non necessita di una seconda mano.